lunedì 29 aprile 2013


Le armi chimiche non sono, come oggi potremmo pensare, dispositivi militari esclusivamente moderni. Ben prima della nascita di Cristo infatti, l’ uomo faceva già largo uso di elementi tossici sia per procurarsi cibo (attraverso la caccia) che come vero e proprio strumento di guerra.
In Sudafrica, a partire dalla prima età della pietra (dall’XI sec. a.C.),  delle popolazioni guerriere chiamate San, iniziarono  ad utilizzare  delle comuni frecce imbevendole, sia nelle parti legnose che in quelle di ferro, di veleni naturali ricavati dalla vegetazione del luogo o estratti da serpenti e scorpioni.
Se però avvelenare strumenti bellici poteva rappresentare un rischio, dovuto allo scontro ravvicinato necessario per adoperarli, intossicare e infettare le derrate alimentari nemiche o il bestiame ed i terreni, rappresentava senza dubbio un metodo altrettanto efficace ma notevolmente più sicuro.
Ecco  allora che i popoli Mesopotamici, nei millenni dal V al III, iniziarono a fare  largo uso di sostanze chimiche di origine  biologica e non, al fine di raggiungere questi scopi e dando vita così a vere e proprie stragi  di un’ efferatezza pari a quella dei conflitti moderni.
Dedicherò prossimamente nel mio blog uno spazio interamente dedicato alla Cina, vero e proprio stato promotore dello sviluppo bellico/chimico a partire dal I millennio.
Prima di concludere questo excursus temporale, volto ad annoverare le principali innovazioni tecnologiche che segnarono i primi millenni successivi alla comparsa dell’ uomo sulla Terra, riporto un articolo tratto da “Live Science” in cui si spiegano, in modo dettagliato, le modalità d’ impiego di quella che per molti rappresenta il primo strumento chimico bellico della storia di discreto ingegno. Risalente a pochi anni dopo la nascita di Cristo, esso mostra l’ evoluzione, seppur ancora ad uno stato primordiale, dell’ utilizzo bellico di elementi chimici che segneranno il divenire del genere umano.


mercoledì 24 aprile 2013


“Questo libro non vuol essere
né un atto d'accusa né una confessione.
Esso non è che il tentativo di raffigurare
una generazione la quale – anche se sfuggì alle granate –
venne distrutta dalla guerra.”  - Erich Maria Remarque

Uno degli obbiettivi da me prefissati in merito alla stesura di questo blog è quello di arricchirne i contenuti avvalendomi del  libro di Erich Maria Remarque – “Niente di nuovo sul fronte occidentale”
La mia si propone di essere un’ analisi del testo mirata, conseguita adottando una prospettiva affine al tema da me trattato, ovvero quello delle armi/guerre chimiche, che, proprio per la sua specificità, non può prescindere da un’ introduzione preliminare che esponga ai lettori di questo blog il contenuto del libro.
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” si presenta come un breve ritratto della Germania del 1914-1918 impegnata sul fronte Occidentale, ovvero in terra francese.
Il racconto, così come chiaramente espresso nell’ incipit dell’ opera da me riportato ad inizio pagina, non si sofferma però sulle cause formali che hanno portato i tedeschi ad affrontare tale impegno bellico, bensì  racconta,  con incredibile realismo ed efficacia,  scene di guerra “ordinaria” senza tralasciare dettagli.
E’ una trasposizione del vero, non una ricerca forsennata del macabro, dove emerge la volontà di proiettare il lettore in una realtà fatta di sofferenza e atrocità.
Si tratta quindi un romanzo storico nel pieno senso del termine ma soprattutto psicologico, volto ad un’ analisi  introspettiva dei personaggi;  giovani allo sbaraglio in un conflitto che sconvolgerà ogni loro prospettiva e speranza futura.   
Mio obbiettivo sarà, come spiegato in precedenza, quello di soffermarmi e appuntare di conseguenza, estratti del libro che ben si identificano con la mia traccia, analizzandone, proprio per la profondità del testo, i risvolti psicologici.
Allego qui di seguito il link di un altro blog da me spesso visitato che ben riassume e commenta le varie sfaccettature del testo scelto.


Fabio Ducato

venerdì 19 aprile 2013


Se la definizione dell’ argomento trattato rappresenta  la posa delle fondamenta di questo blog, farne l’ abbecedario significa “edificarne i muri portanti”.
Il mio obbiettivo è quello di porre in rapida sequenza delle parole chiave che ritroveremo lungo il nostro cammino e che serviranno da linee guida per assicurare la massima organicità e attinenza al tema trattato.

A – Arsenico e acidi oltre che l’ “agente arancio” (di cui poi sarà mia cura spiegare il significato)
B – dichiarazione di Bruxelles 1874 (primo tentativo di arginare il dilagare delle armi chimiche)
C – guerra e armi Chimiche
D – tecnica di Dispersione
E – Elementi tossici
G – Gas nervino, CN, CR, CS, lacrimogeno, OC
I – Iprite
L – Lyon Playfair
M – Maschera antigas
N – Napalm
O – Ordigni bellici
P – Prima Guerra Mondiale
R – Ricina tossica
S – gas nervino Sarin (scoperto in Germania, nazione che ne farà largo uso nei campi di concentramento)
T – armi chimiche e Terrorismo
U - United Nations Treaty Collection
V - Veleni
Z – ZyklonB

Fabio Ducato

martedì 16 aprile 2013


Secondo il mio modesto parere un buon modo di avviarsi verso l’ analisi di un argomento, specialmente se di notevole complessità, è quello di darne una definizione che ponga le “fondamenta” del piano di studio.

In modo particolare si definisce  - ARMA CHIMICA un dispositivo bellico usato in combattimento che utilizza le proprietà tossiche di alcune sostanze chimiche per uccidere, ferire o comunque mettere fuori combattimento il nemico – Gli agenti tossici a cui qui si fa riferimento nello specifico, prendono il nome di AGGRESSIVI CHIMICI .
Le armi chimiche si distinguono da quelle biologiche in quanto non fanno uso direttamente di microorganismi nocivi ma delle sostanze da essi prodotte.
 Qui di seguito posto un link tratto dal sito della Farnesina, in cui si fa riferimento alla convenzione sulle armi chimiche del 1993 con la quale si è cercato di porre un freno alla minaccia globale che esse rappresentano per l’ umanità.
Tale convenzione non è di certo l’ ultima in ordine cronologico ma rappresenta, così come verrà in seguito analizzato nel mio blog, il culmine di un processo volto a debellare la minaccia “chimica” dalla faccia della Terra.  


Fabio Ducato

lunedì 15 aprile 2013


TECNOLOGIA E ARMI CHIMICHE

“C'è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.” - Henry Ford.
“ Armis bella non venenis geri debere”       “ La guerra si deve combattere con le armi, non coi veleni”
      -Valerio Massimo-

Nonostante il ritardo rispetto a miei “colleghi”(i cui blog sono ormai costantemente aggiornati con nuovi contenuti) scaturito dalla necessità di trovare un argomento che fosse di mio grande interesse, mi appresto ad aprire, per la prima volta nella mia vita, un blog.
Lo scopo sarà, d’ ora in avanti quindi, raccontare ,avvalendomi di opportuni documenti, lo sviluppo delle armi di distruzione di massa con particolare attenzione per quelle chimiche.
Sebbene tutto ciò sembri dare spunto ad una trattazione specifica, circoscritta cronologicamente, ci si potrà subito accorgere invece, di come le guerre chimiche abbiano caratterizzato gli scontri tra esseri umani da età antichissime, dove la semplicità dei congegni bellici era proporzionale alla ferocia con cui i conflitti stessi avevano luogo.
La mia si propone quindi di essere un’ analisi trasversale lungo duemila anni di storia, sviluppata attraverso la scansione di elementi integrativi nonché dalla lettura di romanzi che, seppur lontani dall’ essere libri tematici, permettono una visione contestuale degli eventi, che spesso si sottrae alla fonte storiografica.
Grazie alla preziosa collaborazione con il professor Marchis e ai suoi  consigli, affiancherò al mio blog, in un primo momento, la lettura del libro di Erich Maria Remarque – “Niente di nuovo sul fronte occidentale”.
Prima di concludere però con questo post dedicato esclusivamente alla presentazione del tema trattato e alle modalità di studio su cui lo stesso si fonderà, voglio “postare” qui di seguito, un video.
La crudeltà delle immagini e la loro tremenda veridicità,  consentono di focalizzare l’ attenzione sull’ importanza del tema affrontato e di come le guerre chimiche siano state da sempre uno dei peggiori banchi di prova per una tecnologia in continuo avanzamento.
Volendola vedere nell’ ottica di Henry Ford, lo sviluppo tecnologico ha sì avvicinato l’ uomo al progresso ma paradossalmente lo ha reso la sua stessa vittima.


http://www.youtube.com/watch?v=ze-zHX05G80

Fabio Ducato