“Questo libro non vuol essere
né un atto d'accusa né una confessione.
Esso non è che il tentativo di raffigurare
una generazione la quale – anche se sfuggì alle granate –
venne distrutta dalla guerra.” - Erich Maria Remarque
Uno degli obbiettivi da me prefissati in merito alla
stesura di questo blog è quello di arricchirne i contenuti avvalendomi del libro di Erich Maria Remarque – “Niente di
nuovo sul fronte occidentale”
La mia si propone di essere un’ analisi del testo mirata,
conseguita adottando una prospettiva affine al tema da me trattato, ovvero
quello delle armi/guerre chimiche, che, proprio per la sua specificità, non può
prescindere da un’ introduzione preliminare che esponga ai lettori di questo
blog il contenuto del libro.
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” si presenta come
un breve ritratto della Germania del 1914-1918 impegnata sul fronte
Occidentale, ovvero in terra francese.
Il racconto, così come chiaramente espresso nell’ incipit
dell’ opera da me riportato ad inizio pagina, non si sofferma però sulle cause
formali che hanno portato i tedeschi ad affrontare tale impegno bellico, bensì racconta, con incredibile realismo ed efficacia, scene di guerra “ordinaria” senza tralasciare
dettagli.
E’ una trasposizione del vero, non una ricerca forsennata
del macabro, dove emerge la volontà di proiettare il lettore in una realtà
fatta di sofferenza e atrocità.
Si tratta quindi un romanzo storico nel pieno senso del
termine ma soprattutto psicologico, volto ad un’ analisi introspettiva dei personaggi; giovani allo sbaraglio in un conflitto che
sconvolgerà ogni loro prospettiva e speranza futura.
Mio obbiettivo sarà, come spiegato in precedenza, quello
di soffermarmi e appuntare di conseguenza, estratti del libro che ben si
identificano con la mia traccia, analizzandone, proprio per la profondità del
testo, i risvolti psicologici.
Allego qui di seguito il link di un altro blog da me
spesso visitato che ben riassume e commenta le varie sfaccettature del testo
scelto.
Fabio Ducato
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