mercoledì 8 maggio 2013


Il Medioevo fu segnato dal progressivo venir meno dell’ impiego di armi chimiche. Solo durante il rinascimento “pseudo-ingegneri” ridiedero impulso ad uno sviluppo, quello degli armamenti chimico/biologici, che tra il XII e il XIV secolo, vide una notevole battuta d’ arresto.
In questa fase storica infatti personalità come Leonardo da Vinci, si ersero come veri promotori di tali tecniche di guerra.
Le uniche tracce "medievali" di armi che sfruttano le proprietà tossiche degli elementi costituenti, si riferiscono al “lancio” (tramite catapulte e trabucchi), durante lunghi assedi, di animali infetti (a volte addirittura soldati “amici” caduti) all’ interno delle mura nemiche.
L’ assenza d’ igiene e di tecniche curative adeguate avrebbero permesso alle malattie di diffondersi riducendo drasticamente i tempi di resistenza degli assediati.
Unico testo di riferimento di relativo rilievo di questo periodo storico è il “Mappae Clavicula”, attribuito a Adelardo di Bath (XII secolo), in cui però si menzionano esclusivamente ricette per la fabbricazione di frecce incendiarie ed avvelenate (tecniche senz’ altro poco innovative).

Fabio Ducato

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