Il Medioevo fu segnato dal progressivo venir meno dell’
impiego di armi chimiche. Solo durante il rinascimento “pseudo-ingegneri”
ridiedero impulso ad uno sviluppo, quello degli armamenti chimico/biologici,
che tra il XII e il XIV secolo, vide una notevole battuta d’ arresto.
In questa fase storica infatti personalità come Leonardo
da Vinci, si ersero come veri promotori di tali tecniche di guerra.
Le uniche tracce "medievali" di armi che sfruttano le
proprietà tossiche degli elementi costituenti, si riferiscono al “lancio” (tramite
catapulte e trabucchi), durante lunghi assedi, di animali infetti (a volte
addirittura soldati “amici” caduti) all’ interno delle mura nemiche.
L’ assenza d’ igiene e di tecniche curative adeguate
avrebbero permesso alle malattie di diffondersi riducendo drasticamente i tempi
di resistenza degli assediati.
Unico testo di riferimento di relativo rilievo di questo
periodo storico è il “Mappae Clavicula”, attribuito a Adelardo di Bath (XII
secolo), in cui però si menzionano esclusivamente ricette per la fabbricazione
di frecce incendiarie ed avvelenate (tecniche senz’ altro poco innovative).
Fabio Ducato
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